Cosa sono i disturbi psicosomatici e perché i trattamenti osteopatici possono aiutare a risolvere problematiche che la medicina generale non considera evidenti e spesso non ritiene invalidanti?
Il tema che ho deciso di approfondire in questo articolo è l’indissolubile legame di reciprocità che lega l’osteopatia alla sfera psicologica.
Cercherò infatti di approfondire il biunivoco rapporto che correla le alterazioni degli stati emozionali a fattori scatenanti di disfunzioni somatiche e a patologie organiche apparentemente prive di una fondata causa fisiologica scatenante.
Disturbi psicosomatici: perché l’Osteopata deve essere capace di ascoltare davvero il paziente?
Le motivazioni che mi spingono a trattare ed approfondire questo legame sono molte.
Nella mia esperienza lavorativa ho avuto modo di osservare con assiduità situazioni in cui veniva attribuita più importanza al sintomo doloroso, prettamente somatico e strutturale oltre che alla risoluzione di questo attraverso la pratica di tecniche muscolo-scheletriche, piuttosto che alla focalizzazione sulla ricerca di che cosa potesse sottendere questa condizione dolorosa.
In parole più semplici, assistevo a situazioni in cui veniva indagato il dolore che percepivano i pazienti, come ad esempio: dolori muscolari alla zona cervicale o lombare piuttosto che disturbi gastrointestinali, etc. ma non ci si chiedeva con altrettanto scrupolo se una causa diversa dalle comuni cause fisiche e organiche avesse dato origine ai sintomi.
Questo mi ha permesso di intuire che la componente psicologica di alcuni pazienti potesse giocare un ruolo fondamentale nello sviluppo dei disturbi da loro espressi.
Disturbi che queste persone manifestavano attraverso sintomi dolorosi organici pur non avendo apparentemente spiegazioni alla luce dei referti diagnostici.
Ho inoltre potuto constatare quanto la componente empatica, nel rispetto del rapporto professionale terapista-paziente, sia fondamentale per avvicinare il paziente a un approccio alla malattia non convenzionale e “fuori dagli schemi”.
Un approccio che lo aiuti ad intraprendere un percorso completo ed integrativo verso un cambiamento con esito positivo.
Indispensabile per la riuscita del percorso osteopatico è la fiducia riposta nel terapista e la percezione di questo nuovo metodo come un’opportunità di miglioramento e di scollamento da una condizione di malessere e cronicità, che possa infine portare alla totale guarigione della persona.
L’essere umano è unità di mente, corpo e spirito
L’obiettivo di questo articolo, a cui ne seguiranno altri, è quello di analizzare in modo preciso la dimostrazione medico-scientifica che sta alla base della relazione mente-corpo, celata dietro ai disturbi psicosomatici, mediante l’analisi e l’approfondimento di concreti casi clinici che ho avuto modo di affrontare e risolvere attraverso i trattamenti osteopatici e più in generale con lo sviluppo di un percorso osteopatico personalizzato sulle esigenze del singolo individuo.
Voglio iniziare soffermandomi sull’osservazione svolta dall’ECOP (Educational Council On Osteopathic Principles), cioè il Consiglio Educativo Sui Principi Osteopatici dell’Associazione Americana dei College di Medicina Osteopatica, il quale definisce l’Osteopatia come un sistema integrato di assistenza sanitaria supportato dalla divulgazione scientifica che include il concetto di unità della struttura, ovvero l’anatomia, e della funzione, cioè la fisiologia, dell’organismo vivente.
Tale sistema evidenzia l’importanza dei seguenti principi:
- L’essere umano è un’unità dinamica delle funzioni di mente, corpo e spirito.
- Il corpo possiede meccanismi di autoregolazione e di autoguarigione.
- Struttura e funzione sono correlate a tutti i livelli.
- Il trattamento razionale si basa su questi principi.
L’obiettivo del percorso osteopatico che svolgo con ogni mio singolo paziente è quello di far raggiungere uno stato di salute al paziente attraverso un ristabilimento, una valorizzazione e un mantenimento dei normali processi fisiologici.
Vorrei inoltre precisare che quando si utilizza una prospettiva incentrata sulla salute è fondamentale riconoscere il modello fisiologico di risposta adattativa che può essere facilitato grazie al trattamento, allo scopo di migliorare la capacità del paziente di mantenere o ripristinare una funzionalità ottimale, con il fine quindi di ristabilire uno stato di benessere.
Funzioni corporee e sistema muscolo-scheletrico
Le cinque funzioni corporee integrate e coordinate tra loro, che vanno sempre indagate durante il trattamento osteopatico per definire lo stato di salute di una persona, sono riassumibili in:
- Postura e movimento, in relazione all’equilibrio strutturale e biomeccanico.
- Respirazione cellulare e fattori circolatori.
- Processi metabolici di tutti i tipi, inclusi quelli endocrini, immunologici e nutrizionali.
- Integrazione neurologica che comprende: sistema nervoso centrale, periferico e autonomo, sistema neuroendocrino, sistema neurocircolatorio.
- Elementi psicosociali, culturali, comportamentali, spirituali.
Tutti gli aspetti appena elencati sono espressione delle funzioni fisiologiche che permettono l’adattamento ai fattori di stress, al recupero e alla guarigione dalla malattia.
Voglio poi sottolineare che queste cinque funzioni sono strettamente legate al sistema muscolo-scheletrico, il quale ne rappresenta il nucleo.
Un’ottima osservazione e una palpazione specifica del sistema muscolo-scheletrico e viscerale costituiscono il punto di partenza per un’efficace diagnosi e trattamento.
Questo sistema, inoltre, riflette spesso numerosi segni legati a malattie interne.
Infatti, ogni tipo di dolore provato dal paziente può essere interpretato e collocato sempre in modo più o meno importante ad una o più macroarea identificativa di una o più funzioni del corpo; infatti, ogni funzione oltre a fornire un quadro di riferimento per interpretare il significato delle disfunzioni somatiche nel contesto di informazioni cliniche oggettive e soggettive, costituisce una guida nell’individuazione e nel successivo trattamento della problematica da risolvere.
I 5 Modelli Osteopatici
Queste funzioni corporee sono state successivamente approfondite da diverse branche della medicina osteopatica identificate con il nome di Modelli Osteopatici che sono:
- Il Modello Biomeccanico
- Il Modello Respiratorio-Circolatorio
- Il Modello Metabolico-Energetico
- Il Modello Neurologico
- Il Modello Biopsicosociale
Secondo la mia esperienza clinica tutti i disturbi psicosomatici vanno sempre analizzati tenendo in considerazione il cosiddetto modello biopsicosociale.
In questo modo, posso identificare le varie componenti relative alle reazioni emotive e agli stress di natura psicologica che influenzano la salute e lo stato di benessere del paziente.
La malattia, per quanto possa essere più o meno invalidante per la vita della persona, viene influenzata da fattori ambientali, culturali, socioeconomici, fisiologici e psicologici.
Immaginiamo per esempio 2 tipi diversi di pazienti. Il primo si rivolge a me per poter risolvere il suo dolore causato da un’ernia discale. L’altro ricerca nel percorso osteopatico un vero percorso di recupero e rinascita in seguito a ricoveri ospedalieri continui per interventi chirurgici causati da patologie conclamate e gravi.
Lampante è la differenza di approccio e direzione che il percorso avrà, poiché gli obiettivi e le aspettative di risultato sono completamente differenti.
Devo poi sottolineare che anche la responsabilità che il terapista avrà nei confronti dei 2 pazienti è molto differente: verso il primo dovrà impegnarsi a fondo per la risoluzione di un dolore, nel secondo caso dovrà lavorare assiduamente per alimentare quanto più possibile la speranze e l’aspettativa di un ritorno ad una vita per lo più serena e normale.
Modello biopsicosociale e disturbi psicosomatici
Questo modello utilizza approcci terapeutici differenti, come le tecniche manipolative osteopatiche, per migliorare e risolvere gli effetti negativi e le reazioni che derivano dai vari stress biopsicosociali che purtroppo condizionano e in certi casi dominano quasi completamente la nostra quotidianità.
Basti pensare a una normale settimana lavorativa, fatta di continui impegni, responsabilità, commissioni da sbrigare in tempi limitati.
Questo particolare approccio pone il paziente che presenta dei disturbi di vario tipo al centro di un ampio sistema influenzato da molteplici variabili.
Al fine di comprendere e risolvere il problema, come Osteopata, non posso soltanto occuparmi dei problemi legati alla funzionalità organica ma dovrò valutare anche la componente psicologica, sociale e familiare del paziente in quanto esse si influenzano tra di loro.
Modello biopsicosociale e modello biomedico: quali sono le differenze?
Il modello biopsicosociale si contrappone infatti al modello biomedico, il quale considera la malattia come riconducibile a variabili biologiche che il medico deve identificare e correggere con interventi terapeutici mirati.
Purtroppo, però, a livello di applicazione pratica spesso i professionisti sanitari finiscono per focalizzare l’attenzione sull’aspetto che più appartiene al loro background professionale e culturale, nonostante ritengano degno di valore tale approccio.
In tal modo:
- coloro che si occupano di salute fisica (tra cui medici e infermieri) hanno la tendenza a tenere in considerazione soprattutto i problemi legati alle funzioni e alle strutture del corpo;
- tutti i professionisti della mia categoria che si occupano di terapia manuale (tra cui osteopati, massaggiatori e fisioterapisti) trattano un dolore solamente nella sua manifestazione prettamente locale senza risalire alla vera causa del sintomo quindi svolgendo un lavoro superficiale privo di qualsiasi effetto risolutivo a lungo termine;
- i professionisti della salute mentale (tra cui psichiatri e psicologi) attribuiscono rilevanza quasi esclusivamente ai problemi delle funzioni intellettive, psicologiche, emozionali;
- infine, gli operatori della salute sociale (tra cui sociologi, assistenti sociali ed educatori) si concentrano più sui problemi dell’ambiente di vita del paziente.
Tutto ciò è causato dal fatto che risulta difficile possedere tutte le competenze richieste per applicare questo tipo di approccio.
In conclusione, oltre ad un’attività di lavoro integrato in équipe multiprofessionale, per un risultato davvero efficace nella cura del paziente, e in particolare quando ci si trova di fronte a pazienti con disturbi psicosomatici, è necessario adottare un approccio mirato e strutturato per la costruzione di un percorso di rinascita e risoluzione del dolore cucito esclusivamente sulle esigenze del singolo paziente.
Scegliere di seguire il “protocollo” come modalità di lavoro predefinita nella cura della persona, secondo la mia esperienza, non porterà mai a risultati duraturi ma solamente a benefici ingannevoli e passeggeri.
Disturbi psicosomatici: quando l’Osteopata non è solo colui che scrocchia le ossa
Risulta quindi fondamentale comprendere e valutare lo stato mentale, emotivo e le scelte di vita personali che il paziente cerca, anche involontariamente in certi casi, di far emergere durante la prima visita osteopatica o durante tutto le sedute pratiche dell’intero percorso svolto.
In certi casi è infatti estremamente necessario e funzionale correlare lo svolgimento di un percorso psicologico a quello prettamente fisico e posturale, rappresentato dal percorso osteopatico.
In questo caso è importante lottare contro i pregiudizi che accerchiano l’ambito della psicologia: il percorso psicologico ha l’obiettivo di mettere la persona nelle condizioni migliori per trovare una soluzione a problemi di ogni natura che le impediscono di vivere una vita serena e tranquilla, spesso attraverso un miglioramento della capacità di gestione dello stress e delle emozioni oltre che alla presa di coscienza delle proprie capacità intrinseche.
Inoltre, è importante precisare che i fattori ambientali, socioeconomici, culturali, emotivi e di stress psicologico influenzano lo stato di salute del paziente.
Pertanto, il compito dell’Osteopata è quello di utilizzare la prospettiva biopsicosociale per considerare che il sistema muscolo-scheletrico e viscerale esprime sentimenti ed emozioni e che lo stress si manifesta con un aumento della tensione neuromuscolare.
A sua volta la disfunzione somatica influenza la reazione del sistema muscolo-scheletrico, che risulta più sensibile e incapace di canalizzare positivamente gli stressor biopsicosociali.
In che modo l’Osteopatia aiuta a risolvere i disturbi psicosomatici?
Il trattamento osteopatico ha l’obiettivo di migliorare la capacità del corpo di gestire, compensare e adattarsi efficacemente ai fattori di stress.
Inoltre, una caratteristica essenziale del modello biopsicosociale è la necessità di informare e, successivamente, educare il paziente allo stile di vita ottimale per mantenere uno stato di salute fisica e mentale anche attraverso la cura preventiva.
Philip E. Greenman, dal canto suo, descrive così il modello biopsicosociale:
≪ La capacità dell’operatore di comprendere la risposta del paziente allo stress e i suoi meccanismi e metodi di approccio per assistere il paziente in questo processo, rappresentano componenti importanti di tale modello concettuale.
Il ‘tocco terapeutico’ è parte integrante dell’interazione tra medico e paziente in questo modello. L’influenza della medicina manuale può essere non tanto un effetto biomeccanico, neurologico o circolatorio quanto piuttosto un’importante funzione di assistenza ≫.
L’OMS lo definisce in questo modo:
≪Nel modello biopsicosociale, vengono riconosciute le varie reazioni e gli stress psicologici che possono influire sulla salute e sul benessere del paziente. Tra questi sono compresi i fattori ambientali, socioeconomici, culturali, fisiologici e psicologici che influiscono sulla malattia. In questo modello gli approcci terapeutici, incluse le tecniche manipolative, vengono impiegati per intervenire sugli effetti e sulle reazioni ai vari stress biopsicosociali≫.
Disturbi psicosomatici: ottieni risposte efficaci con una visita osteopatica
Questo articolo introduttivo sullo stretto legame tra Osteopatia e disturbi psicosomatici, come detto, è solo il primo di una serie di blog post dedicati a questa correlazione: nei prossimi approfondirò casi clinici che ho affrontato nel corso della mia attività lavorativa a fianco dei pazienti.
Se i medici e i fisioterapisti non sanno dare risposte concrete al tuo dolore, se ogni cura, dopo un iniziale sollievo, si rivela col tempo fallimentare, chiama il numero 353 4268358 e prenota una visita nel mio studio.
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